“SMAU, così abbiamo portato i makers a discutere di business (con quelli in giacca)”
intitola il bell’articolo di Che Futuro! pubblicato da GianLuigi Cogo
“Abbiamo distribuito i FabLab in un’arena al centro di SMAU, ben visibili, al punto che ci dovevi impattare obbligatoriamente.
Ad ognuno di loro abbiamo chiesto di portare una specializzazione. Così ad esempio quelli del FabLab di Padova hanno portato motociclette, bracci meccanici, robot e hanno intrattenuto molte aziende sullo sviluppo della robotica anche in campo medicale.
Quelli del FabLab di Castelfranco hanno messo in produzione un etichettatrice a pennarelli pilotata da Arduino su specifica commessa di un’azienda vinicola.
E che dire dei ragazzi del FabLab Affari Puliti 3d che ormai si specializzano in stampe di cioccolata e decorazioni per dolci?
E poi ti arriva Officine Zip che porta in SMAU una vecchia 500 originale degli anni ’50 e mostra quanti ricambi ormai introvabili possono essere ristampati per sostituire pezzi logori e non più funzionanti.
Anche il FabLab di Portogruaro, specializzato in materiale didattico 3d per le scuole dell’infanzia e primarie che adottano il metodo Montessori, ha portato i suoi prototipi mentre Crunchlab di San Donà, orgoglioso della fresa compatta che grazie a Kickstarter ha già piazzato sul mercato, mostrava i suoi prodotti artigianali in legno destinati al settore arredamento.
Così i visitatori finalmente incuriositi e attratti toccavano qualcosa con mano. Gli imprenditori, infine, hanno iniziato a chiedere come fosse possibile fare quelle cose. Ma soprattutto hanno cominciato a chiedere quante altre se ne potessero fare e come portare queste magie in produzione seriale e dunque industriale.
Abbiamo portato quelli in giacca e cravatta a discutere di business con quelli con l’orecchino, la camicia a quadri e le scarpe da ginnastica.
…intanto da SMAU Padova abbiamo imparato che per iniziare la rivoluzione, a volte, basterebbe adottare un maker.”
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